Riflessioni di fine decennio

Eccomi qui: a casa dei miei genitori a Napoli, con un po’ di febbre, il diluvio universale fuori e una stufetta puntata sui piedi, a scrivere di questi ultimi dieci anni. Ultimi dieci anni in cui mi sono messa in discussione, sono morta dentro e resuscitata nuovamente. Ecco un breve riassunto, anno dopo anno, per fare il punto della situazione. Per capire la strada che ho fatto e per tirare una riga sul passato e poter andare avanti più leggera. Ma andiamo con ordine:

2009 – Per me questo è l’anno delle prese di coscienza e della maturità vera. Attraverso una profonda crisi perché sto per concludere la triennale all’Accademia di Belle Arti e devo decidere se restare a Bologna o tornare a Napoli. Non so cosa fare. Sono spaventata dal futuro ignoto e dal peso della responsabilità soltanto mia. In teoria nulla mi trattiene a Bologna, molti miei amici e amiche sono tornate a Napoli o si stanno facendo stage in giro per il mondo. Li invidio molto. In amore non va un granché tranne verso la fine del 2009, momento in cui cambio coinquilina e quella nuova diventa la mia fidanzata per i 3 anni successivi. Facebook c’è già da qualche tempo ma lo utilizzo malissimo scrivendo cose in terza persona. Ho un blog su blogspot che si chiama inrosa. Disegno tanto e faccio delle spille strambe e mi autoproduco piccoli albetti a fumetti con l’etichetta ernest virgola.

2010 – Mi sono laureata alla triennale e iscritta al biennio di fumetto all’Accademia. Ho deciso, alla fine, che rimanere a Bologna e proseguire il ciclo di studi mi porterà sicuramente a qualcosa di buono. Se non altro al pezzo di carta che mi permette di insegnare educazione artistica.

2011 – Sono già stufa dell’Accademia e ho bisogno di stimoli nuovi. Chiedo la borsa Erasmus e la vinco. In qualche modo mi organizzo e a settembre parto per Parigi per frequentare l’EnSAD. La mia storia d’amore diventa un amore a distanza. Al mio posto, nella casa dove lascio la mia fidanzata, viene una ragazza del Texas. Tanisha.

2012 – Cerco di assimilare e imparare il più possibile nei mesi parigini. 9 Mesi in cui assaggio la vera grande metropoli, con tutta la solitudine e la frenesia. Per fortuna ho diverse amicizie con cui passo momenti meravigliosi. Gli smartphone non sono ancora tanto diffusi e non c’è internet illimitato e il roaming. Torno a Bologna e continuo la convivenza. L’amore a distanza resiste contro ogni logica aspettativa. Conosco Veronica Bassini e Monica Nieddu con le quali stampo e rilego la mia tesi della specialistica. Una storia a fumetti di 30 lastre di zinco trattate all’acquaforte. Faccio in fretta e furia un tirocinio breve presso la galleria ELASTICO ex Fragilecontinuo con il duo di artiste To/Let e mi laureo convalidando tutti gli esami fatti in erasmus.

2013 – Già a fine 2012 ho iniziato il tirocinio post-Laurea, pagato 600 euro al mese, al Comune di Bologna presso la redazione di Flashfumetto.it . Per me è un anno molto formativo. Conosco molte persone, alimento la mia rete sociale (oltre a Facebook) e la mia compagna prende coscienza della sua disforia di genere e inizia il percorso di transizione F to M. Sono ancora molto insicura sul mio lavoro, ho una mezza storia in mente che vorrei fare a fumetti, sulla mia infanzia, e dopo una cena insieme a Giulia Sagramola e Sarah Mazzetti prendo finalmente coraggio e mi decido a preparare una maquette da poter presentare alla prossima Bologna Children’s Book Fair. Ora o mai più. Mi dico.

2014 – Presento e regalo la maquette con le prime tavole della mia storia a Giovanna Zoboli. Mi riscrive soltanto 5 mesi dopo dicendo che ha perso la maquette che gli ho dato e mi chiede di rimandarla. A quel punto non sono più convinta delle prime tavole che rifaccio, gliele rimando, e piacciono. Sono interessati a lavorare con me, procediamo! Io mi cago addosso ma decido di buttarmi a capofitto. Sento di dovermi dedicare totalmente a questa cosa. A ottobre io e la mia fidanzata ci separiamo. Lei va a vivere in campagna con i nostri due gatti e il cane e diventa un uomo. Conosce un’altra persona e si sposa. Io sono da sola, sulla soglia dei 30, convivo con la mia ex collega della redazione di Flashgiovani, Alice con cui mi trovo benissimo, e lavoro al mio primo vero libro a fumetti per Topipittori. Installo Tinder e allevio la solitudine. A volte mi illudo di innamorarmi ma poi scopro che non è vero.

2015 – Per tutto l’anno ho solo lavorato a QUASI SIGNORINA e frequentato persone su Tinder che mi hanno lasciato dei segni indelebili sul cuore. Matura in me l’idea di dedicare una storia a questo periodo, prima o poi. Pubblico su Facebook, per creare hype e distrarmi dalle crisi di paranoia e divertirmi da sola, delle foto modificate su cui disegno sempre la mia faccia. Tipo questa:

2016 – Ad aprile esce finalmente il libro. Organizzo e inizio un tour pazzesco in giro per l’Italia per promuoverlo. Nessuno mi ha mai insegnato come organizzare qualcosa o come comunicare in maniera ottimale. Io improvviso, vado a sentimento e imparo guardandomi attorno.

Capisco che tutta questa fatica serve a formarmi una base di lettori e persone a cui interessa il mio lavoro. Entro in contatto sopratutto con altre professionalità, librai e persone preparate che mi tranquillizzano molto. Per il mio 30esimo compleanno, durante i due mesi estivi, me ne vado a festeggiare a New York. Quando torno smetto di utilizzare tinder e decido che è il momento giusto per raccontare la mia storia e cosa ho capito, sulle persone e sulla mia sessualità, utilizzando Tinder. Inizio a lavorare da URCA studio.

2017 – A ottobre esce Non so chi sei, in cui ripongo ogni mia speranza e varie velleità di gloria che ben presto vengono tradite. Comunque ha un discreto successo ma fa meno discutere di quello che pensassi. Sono contenta che il tour di presentazioni riesce a farmi entrare in contatto con scrittori, studiosi e persone che stimo e che, a loro volta, mi stimano. Per me questo è il successo più grande. Metto una pietra sopra ai premi dedicati al fumetto nei festival più importanti e mi concentro su me stessa e su quello che voglio comunicare e raccontare. In estate, a libro finito e consegnato, reinstallo tinder. Conosco il mio attuale compagno (no nel libro non c’è). Forse prendo coscienza di non essere proprio una cretina e inizio a darmi un tono o anche solo a prendermi un po’ più sul serio (ma sempre con una certa leggerezza). Capisco, e faccio pace con l’idea, che lavorare con le immagini rientra in pieno nei lavori cosiddetti freelance.

2018 – Dalle tematiche di quasi signorina sento di non aver parlato abbastanza e, insieme a Canicola edizioni, pubblico Io sono Mare, un libro per bambini e bambine che cerca di trasmettergli la libertà della possibilità e del non sentirsi mai sbagliat*. In estate lavoro ad una storia sul piacere femminile che mi chiede Elisabetta Sedda per un’antologia che sarebbe uscita di li a qualche mese. Esce la traduzione in spagnolo di Non so chi sei e quella in inglese di quasi signorina. Apro il mio canale YouTube e cerco di curarlo al meglio delle mie possibilità. Pubblico 1 video ogni settimana (+ qualche extra). Mio padre si opera per un tumore alla prostata.

2019 – In questo anno esce POST PINK per Feltrinelli Comics, la traduzione in francese Je ne te connais pas e altre cose. Decido che questo è il momento giusto per aprire la P.Iva e che se non la apro mi sentirò costretta a limitarmi mentre, invece, ho voglia di espandermi il più possibile. Faccio bene perché da li a poco inizio a collaborare con FREEDA e capisco che se non mi prendo sul serio per prima nessuno lo farà per me. Da gennaio a marzo lavoro anche a un altro libro che esce a ottobre (sia in Italia che in Francia), sulla vita di Francis Bacon per Centauria edizioni. Conosco Michela Murgia che mi dice che sono brava (lei ha scritto la prefazione al volume POST PINK) e le scoppio a piangere tra le tette. Nel frattempo vado anche ad alcuni festival in Francia nello stand del mio editore RACKHAM e colgo l’occasione per presentare l’edizione francese di Francis Bacon al Centre Pompidou insieme a un disegnatore che amo molto: Manuele Fior. Mio padre sembra essersi ripreso tra un acciacco e l’altro. Da ottobre convivo con il ragazzo conosciuto su Tinder nel 2017, ed è già arrivato Natale!

Ecco direi che come riassunto ci siamo. Non ho inserito quando ho aperto la mia APS insieme a Matteo, con cui facciamo laboratori e progetti europei, perché cerco di tenere separate la mia vita “professionale” da quella impegnata nell’associazionismo anche se a volte queste due anime si incrociano. Si fondono sopratutto nei video su YouTube dove non posso far a meno di parlare e condensare tutto quello che vivo.


Cambiamenti all’orizzonte

A novembre il canale YouTube, su cui ho “ufficialmente” iniziato a pubblicare video in cui parlo il 15 novembre 2018, ha compiuto un anno. Durante questo anno ho capito e imparato molto di più di questo social che è ormai diventato “la TV del mondo“. Ma ho capito qualcosa di più anche di me, e cioè che non posso più continuare a questo ritmo. Per cui nel 2020 ho deciso che il canale continuerà ma pubblicherò solo 2 al mese. Circa uno ogni due settimane. Durante il 2019 ho sofferto molto del fatto di disegnare poco (anche se dall’esterno non sembra) e fare tante altre cose, belle e che mi piacciono ma che non sono esattamente quelle che ho scelto lavorativamente. Questa riflessione mi è maturata durante questi ultimi mesi ed è stata avvalorata dalla lettura di questo piccolo librino che vi consiglio caldamente:


Per me il 2019 è stato anche l’anno in cui ho capito, dopo anni di supplenze in educazione artistica alle scuole medie e rifiutando sistematicamente supplenze di sostegno, che insegnare mi piace (ma meglio se a persone dai 18 anni in poi). Mi fa sentire più realizzata e professionalmente mi appaga il fatto di avere degli allievi che nutrono già, di base, un qualche interesse verso quello che sto insegnando. Mi hanno aiutata a capirlo anche i due webinar che ho tenuto per Aduntratto (sull’essere autori e sulla bicromia). Per questo a gennaio terrò un workshop che volevo fare già da un sacco di tempo. Saranno due giorni intensivi, nel coworking dove lavoro dal 2016, sull’autoproduzione per fumettisti e illustratori. Racconterò, da autrice, come sono arrivata a capire certe cose sulla comunicazione. Condividerò alcune tecniche e accorgimenti che di solito prendo e cercheremo di capire insieme le insidie che si possono nascondere negli strumenti che utilizziamo troppo a cuor leggero. Insieme a me ci sarà Gianluca, con cui condivido la vita, che spiegherà le cose più “tecniche” che di solito tendiamo a trascurare ma che, conoscendole, possono esserci davvero di grande aiuto.


Classifichina

Questa invece è un personale classifica, per niente esaustiva, dei miei 5 fumetti preferiti di questo 2019 (perché degli ultimi 10 anni sarebbe davvero difficile!):

  1. SNIFF di Antonio Pronostico e Fulvio Risuleo (di cui ho anche scritto)
  2. Cheese di Zuzu
  3. P. La mia adolescenza trans di Fumettibrutti
  4. Diario della mia scomparsa di Hideo Azuma
  5. Diana sottosopra di Kalina Muhova

Adesso non mi resta che mettere a riposo il blog, i social in generale, e vederci nel 2020. Augurandovi/mi di utilizzarli con parsimonia e offrendo contenuti più profondi e meglio curati. Il mio augurio è anche quello di continuare a stare in buona salute e mentalmente attivi.

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